Aritmie
Aggiornamento in Medicina
I dispositivi del ritmo cardiaco sono importanti nella gestione dei pazienti pediatrici affetti da anomalie del ritmo, anche se i fattori guida di utilizzo sono poco conosciuti.
Uno studio ha cercato di valutare le tendenze di utilizzo, i tassi di complicanze, e il costo associato con l'impianto del dispositivo nella popolazione pediatrica.
L'impianto del dispositivo è stato analizzato utilizzando il Kids’Impatient Database per il periodo 1997-2006.
Ci sono stati 5.788 ricoveri ospedalieri con gli impianti dei dispositivi.
Sebbene ci sia stato un aumento significativo dell’impianto del defibrillatore, non è emerso un aumento significativo nel numero di impianti di pacemaker in questo periodo di tempo.
Le complicanze correlate al paziente e al dispositivo sono risultate relativamente comuni in tutte le coorti di dispositivi ( pacemaker 11.2%, 7.2%; defibrillatore 5.9%, 11.5%; dispositivo biventricolare 19.4%, 26.7% ).
Il tipo di complicanze era dipendente dal tipo di dispositivo. Un aumento del rischio di complicanze era evidente nella coorte pacemaker, nei pazienti con malattia cardiaca congenita, cardiomiopatia, precedente arresto cardiaco, e negli interventi operatori cardiaci.
Le complicazioni correlate al paziente hanno aumentato i costi e la permanenza in ospedale, indipendentemente dalle caratteristiche del paziente o procedurali.
L'impianto del dispositivo in pazienti di età inferiore a 5 anni è stata associata a un aumento della durata di giorni in ospedale e dei costi, ma non è stato associato ad un aumentato rischio di complicanze.
Dallo studio è emerso che l'utilizzo dei dispositivi del ritmo cardiaco in pediatria è in aumento a causa del crescente numero di impianti di defibrillatore e della stimolazione biventricolare.
I costi e la permanenza in ospedale sono significativamente aumentati dalle complicanze a cui vanno incontro i pazienti. La riduzione di queste complicazioni potrebbe migliorare l'assistenza ai pazienti e ridurre i costi sanitari. ( Xagena2012 )
Richard J. Czosek et al, Heart Rhythm 2012; 2: 199-208
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